
A parte il ritratto, non c’è riproduzione fotografica che attragga così fortemente la mente dei profani quanto lo scivolare della lanterna. A una tale mente la diapositiva è conosciuta non come una piccola trasparenza preparata con cura sul vetro, ma come un’enorme immagine brillante che appare sul muro bianco di una stanza buia. C’è ancora un meraviglioso fascino di mistero nel grande disco di luce bianca man mano che le immagini si susseguono sulla lantern slide, o si fondono gradualmente dall’una all’altra, e l’antico nome di “immagini di lanterne magiche”, usato dai non iniziati, era singolarmente appropriato. Solo poco tempo fa il fotografo si è sentito incline a deridere quello che ha definito un giocattolo, e ha lasciato l’uso della lanterna all’intrattenitore professionista o al filantropo, e la produzione di diapositive agli operatori commerciali.
La lantern slide ha svolto un ruolo fondamentale nella storia delle immagini proiettate. La sua invenzione risale alla metà circa del ‘800. La lantern slide consiste in una trasparenza positiva che poteva essere proiettata. Consisteva in una emulsione fotografica contenente l’immagine, assiemata ad una seconda lastra di vetro sottile. Le due lastre di vetro poi venivano fissate attraverso una cornice di nastro di carta gommata. I primissimi a sviluppare questo sistema di proiezione furono i fratelli Langenheim di Philadelphia con l’eccezione che le lastre di vetro erano dipinte anziché frutto di un processo di sviluppo su lastra.
Solo nel 1951 Frederick Scott Archer pubblicò il suo processo al collodio umido. Il successivo processo di sviluppo a lastra bagnata ha contribuito a rendere più popolare questo processo anche ai dilettanti e professionisti. Nel 1870 questo processo venne migliorato maggiormente con quello a lastra secca di gelatina.
Come veniva proiettata la lantern slide
La lantern slide si proiettava attraverso una lanterna magica (così chiamata) e fu il vero precursore di quello che oggi è il nostro proiettore digitale. I primi modelli di proiettori si svilupparono nel XV secolo, dotati di lenti e portavetrini. La luce proveniva da fonti a base di fiamma (specialmente cherosene) ma successivamente con lampade ad arco e a seguire con quelle ad incandescenza.
Da chi erano usate le lantern slide
Principalmente da fotografi commerciali, fotografi itineranti e dalla classe media per raccontare la loro attività fotografica. Molte aziende grazie a questa tecnologia riuscivano a comunicare in modo rapido alla massa ma spesso erano usate anche come modalità educative nelle scuole, college, negli istituti di ricerca e conferenze pubbliche.
Alfred Strieglitz, tornando nell’ambito fotografico, ha realizzato moltissimi articoli su come creare lantern slides efficaci e sono state di notevole importanza nelle esposizione in club fotografici e mostre fotografiche.
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